Si narra che il giovane Vito arrivo' nell'attuale territorio di San Vito lo Capo per fuggire insieme al maestro Modesto e alla nutrice Crescenza dalle persecuzioni dei cristiani dell'imperatore Diocleziano (303-304).
Scappato via mare da Mazara del Vallo, col favore dei venti approdo' sulla costa di capo Egitarso e qui, si fermò nel territorio di località Cunturrana, attuale contrada Valanga. Qui Vito iniziò la sua opera di predicazione, ma a dispetto dei numerosi miracoli operati, la sua opera non ebbe successo tra gli abitanti.
Fu così che si abbatte l'ira divina sotto forma di una frana che distrusse l'intero villaggio. Crescenza durante la fuga, trasgredendo l'ordine di non voltarsi durante la frana, rimase pietrificata. In quel punto fu costruita la Cappella di Santa Crescenza, e l'antica credenza popolare per cui per scaricare "u scantu", la paura, bisognasse gettare una pietra dentro l'edicola votiva.
Festa del Santo Martire si festeggia il 15 giugno. Si inizia nel pomeriggio con il tradizionale gioco dell’Antenna a mare. Un palo lungo 10 metri, sospeso sull’acqua e ingrassato, alla cui estremità viene posta una bandiera che il vincitore, sfruttando le doti di equilibrio, dovrà afferrare. All’imbrunire, le barche escono in mare per accogliere festosamente la piccola imbarcazione che trasporta il giovane Vito, il suo maestro Modesto e la nutrice Crescenza. Quando la barchetta giunge a riva e il giovane Santo sbarca tra l'accoglienza della popolazione, le imbarcazioni dei pescatori lo salutano con il suono delle sirene e il lancio di fuochi d'artificio. La statua di San Vito, adornata con la corona (il premio di Dio), la palma (la vittoria del martirio), la croce (la forza della fede) e il mantello ricoperto degli ex voto d’oro dei fedeli (simbolo della loro devozione), viene portata in processione per le strade del paese fino al Santuario. Questa festa segna l'inizio della stagione estiva.